Nei mercati di Ballarò e Vucciria, tra un acquisto e l’altro, potrete stuzzicare (o fare un vero e proprio pasto) e assaggiare il miglior cibo di strada siculo. Distese di arancine invitanti e panelle dorate fanno capolino dai banconi dei venditori. Alla Vucciria andate dal purparo. Vende polpo fresco appena pescato. Alcuni li cuoce in una pentola con acqua salata e in pochi minuti il polpo è in bella mostra sul bancone a disposizione di chi vuole assaggiare questa prelibatezza. Da mangiare sul momento con limone e prezzemolo. Il “purpo” insieme ai “cicireddi”, pesciolini fritti serviti nelle friggitorie, è l’unico tipo di pesce che si può mangiare per strada.
Pani ca’ meusa
I meno schizzinosi potranno apprezzare una specialità che a detta di tanti è imbattibile. E’ il pani ca’meusa, milza, oppure polmoni o scannarozzato (trachea) di vitello, ripassati nella saimi (strutto) e mangiati nella vastedda (tipico panino tondo spolverato con semi di sesamo). Ordinatelo maritato se lo volete con l’aggiunta di ricotta e caciocavallo, schietto se lo preferite semplicemente bagnato da gocce di limone. Il miglior pani ca’meusa lo fa la Focacceria di San Francesco, dal 1843. Franco ‘U Vastiddaru, è un altro mago del panino con la milza e specializzato nei fritti di ogni tipo.
Le Arancine
Le arancine rappresentano forse il compromesso più evidente della moltitudine di “dominatori” che la Sicilia ha avuto nel tempo: l’uso del riso e zafferano è di origine saracena; la tradizione francese emerge nella scelta del ragù delle tradizionali ed omonime arancine, dette appunto arancine al ragù; l’uso del formaggio è, invece, di origine ellenica e prende forma e si sviluppa nell’arancina al burro (con zafferano, formaggio e prosciutto cotto). Oggi sono tante le versioni proposte: da quelle agli spinaci, pollo e ricotta, sino a alle moderne versioni con nero di seppie, frutti di mare, funghi porcini servite nelle focaccerie.
Lo Sfincione
Lo sfincione è fatto grazie a un’antica ricetta che vede come ingrediente base quello del pane e della pizza con sopra una salsa a base di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di formaggio tipico siciliano. Una vera delizia. Dove mangiarlo? All’Antica Focacceria San Francesco a Palermo, davvero un posto famoso o da “Nino u ballerino” in corso Finocchiaro Aprile.
Pane Cunzato
Il Pane Cunzato è una vera chicca per chi si trova a Palermo, fatto con una pagnotta appena sfornata, divisa in due con sopra olio d’oliva, un pizzico di sale e pepe, aggiungete i pomodori freschi tagliati a metà acciughe e l’origano. Vi consiglio di mangiarlo a Monreale nel panificio Campanella che trovate sulla destra non appena si sale dalla strada per andare verso la piazza. Gustate pure una dolce pausa con un bel cannolo o una profumata cassata al forno.
Le Brioches
Le Brioches della Sicilia sono impareggiabili, morbide e calde, magari accompagnate da una buona granita o dal gelato andate da Brioscià e vi godrete un’enorme brioche con il gelato decorata con una gustosa colata di cioccolata bianca o nera, alla nocciola o al pistacchio.
I Cannoli e la Cassata al forno
Immancabile in Sicilia e a Palermo è il Cannolo. Piccolo o grande, il classico e quello vero siciliano è con ricotta e basta. Accompagnato da un buon caffè per la colazione o come dolcetto del dopo cena il cannolo sta bene sempre. La cassata siciliana è una torta fatta con pan di Spagna, pasta reale ricotta zuccherata di pecora e frutta candita. Il termine cassata deriverebbe dal latino “caseum”, che significa formaggio oppure dall’arabo “qas’at”,cioè “bacinella. Oppure c’è la cassata al forno che è una sorta di pasta frolla molto sottile con dentro la ricotta che trovate nel cannolo. La superfice è spolverata di zucchero a velo e cannella. Se vi capita di andare dalle parti di Scopello, tappa obbligatoria è la cassatella calda fritta ripiena di ricotta al bar “la Sorgente” di Castellammare del Golfo.